IL MIO PENSIERO BASE

"SE PÓ BBEVE!"

Mio suocero Franco romano di adozione è da anni vittima sacrificale dei miei assalti degustatori, dopo ogni test mi dice spesso questa frase...
"se pó bbeve",
che a mio giudizio definisce e sintetizza perfettamente l'essenza della filosofia del vino, cioè, di una bevanda la cui unica finalità è quella di piacere.
La valutazione finale che chiunque può e dovrebbe fare è... mi piace o non mi piace?

Durante i miei anni di studi, di formazione e interazione sul territorio ho avuto modo di degustare dei grandissimi vini nelle varie tipologie: bollicine, rossi, bianchi fermi, fortificati, liquorosi, passiti nelle loro varie espressioni; commercialmente blasonati e sicuramente in linea con la fama che li precede. Dopo ogni profonda valutazione tecnica, però, mi sono sempre chiesto"mi piace o non mi piace? Cosa intendo...
bisogna approcciare e spiegare il vino con semplicità e senza perdere di vista la rotta che punta al porto del gradimento.
Non sempre ci si trova tra esperti, dove allora nella valutazione di un vino è giustificato l'utilizzo di un linguaggio ad hoc e di strumenti sensoriali e tecnici per intendersi velocemente e lavorarci sopra. Nella maggior parte dei casi ci si confronta con platee di curiosi e amatori, e bisogna farsi capire!

Alcuni competenti del settore, ai non addetti ai lavori, spiegano il vino in modo così complicato e noioso. Diciamo che all'estremo limite potrebbe anche essere propedeutico, però poi criticano e mentalmente declassano chi, in base alle loro spiegazioni, non apprezza quello che sta degustando.

Per fare un esempio penso che un film non ci debba piacere perché tecnicamente ci viene spiegato come sono state costruite le cineprese... o no? Non siamo dei tecnocrati della celluloide, ma dei semplici ed umili spettatori... quindi un film o ci piace o non ci piace.
Un quadro non ci emoziona perché ci viene spiegata la composizione chimica della vernice...
Il vino è un arte, e ne sono soggettivi l'apprezzamento e la relativa godibilità.
Ad esempio mi chiedo, perché avere paura di dire che il carissimo botritizzato Chateau d'Iquem può non piacere in quanto ha un retrogusto che ricorda la gomma?
Possono spiegarci il perché tecnicamente è un vino particolare e di nicchia, ma non per questo dobbiamo sentirci in soggezione mentale nel dire che non ci piace!
Libertà di pensiero signori! ...in vino veritas!
Quindi ricordiamo che il vino, anche il più complesso, ha un'unica finalità, ed è quella che deve dare piacevolezza, rimaniamo con i piedi per terra per favore...
Gesù trasformó l'acqua in vino, però poi non chiese a sua mamma di distribuire le schede organolettiche ai tavoli e men che meno far compilare ai commensali i poligoni grafici di abbinamento vino / cibo.

Viviamo serenamente quest'arte e
in modo allegro e conviviale diciamo

"SE PÓ BBEVE!"


Danilo Gallone

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